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quesito inerente l'importo pagato per la CIG in deroga.

quesito inerente l'importo pagato per la CIG in deroga.

La Cassa integrazione in deroga segue le stesse modalità della cassa integrazione ordinaria, regolata da norme statali non modificabili a livello regionale, l’equiparazione remunerativa dei due istituti ha anche una logica. Sarebbe discriminatorio che lavoratori con la stessa retribuzione di partenza ricevessero un’integrazione diversa in base al settore di inquadramento (industria, terziario fino a 5 dipendenti, terziario oltre i 5).

 

Questa discriminazione potrebbe presentarsi addirittura anche nella stessa azienda, qualora questa fosse articolata su due attività diverse, inquadrate in modo diverso ai fini contributivi. Ad esempio, in una concessionaria con officina riparazioni, gli operai meccanici accederebbero alla CIGO per un determinato importo, mentre i 4 dipendenti della concessionaria beneficerebbero della CIGD per un importo diverso.

 

Il fatto che la Regione Umbria abbia indicato un determinato valore (che la richiedente afferma essere pari a 8,10 euro) per il costo di un’ora intervento CIGD è, secondo me, solo un aspetto contabile legato alla necessità di quantificare e pianificare il numero di ore da poter riconoscere fino a capienza dello stanziamento.

 

Il fatto che questo costo sia più alto delle 5,67 erogate dall’INPS dipende dal fatto che la Regione deve rimborsare all’INPS l’intero costo dell’intervento, che non si ferma al solo importo lordo erogato, ma comprende anche l’onere che l’INPS sostiene per garantire la copertura figurativa delle ore di intervento CIGD, il cui costo è pari all’aliquota IVS (33%) calcolata sulla retribuzione oraria; inoltre, l'importo di 8,10 è comprensivo anche degli anf, qualora dovuti.

 

Ad esempio, a fronte id una retribuzione oraria di 7,5 euro, la Regione deve rimborsare all’INPS un costo di 8,14, pari alle 5,67 lorde della CIGD più il 33% di 7,5.