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Tutte le attività e i documenti necessari per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori comportano anche il trattamento di dati personali. Il Regolamento UE sulla privacy impone una serie di adempimenti che il titolare del trattamento, datore di lavoro, deve assicurare ai propri lavoratori a garanzia dei loro dati. In particolare, il flusso dei dati trattati deve essere oggetto di redazione del corrispondente Registro del trattamento dei dati, nonché di valutazione d’impatto (DPIA). Come gestire correttamente i dati, la formazione degli incaricati e la documentazione necessaria da elaborare?
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La legge di conversione del decreto Milleproroghe ha prorogato fino al 30 giugno lo smart working semplificato per i genitori con figli under 14. Si tratta di un diritto che non è, però, incondizionato. Il datore di lavoro deve, infatti, valutare se la richiesta sia compatibile con le caratteristiche della prestazione svolta in azienda. Una decisione che potrebbe portare, sulla base di quest’ultimo dato, ad un utilizzo parziale, per alcuni giorni della settimana o del mese, del lavoro agile fino alla fine del periodo. Occorre, inoltre, effettuare altre valutazioni. Dall’analisi, viene quindi da chiedersi cosa significa aver previsto tale modalità di lavoro agile, condizionandola però alla presenza di alcuni requisiti, in qualche caso difficili da verificare. Non era meglio lasciare la disciplina dello smart working all’accordo tra le parti, come richiesto dalla legge n. 81/2017?
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Il decreto Milleproroghe introduce una novità in materia di isopensione. Si tratta della possibilità di accompagnare alla pensione, fino al 2026, i lavoratori più anziani con uno scivolo “lungo” della durata massima di 7 anni. Questo percorso di accompagnamento, che deve essere previsto da un accordo sindacale, potrà dunque, in via transitoria, superare la durata di 4 anni ordinariamente prevista dalla legge. Come funziona la procedura? Quali sono i costi per i datori di lavoro?
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Per le lavoratrici autonome è pienamente operativa l’indennità per maternità a rischio. La misura, prevista dal D.Lgs. n. 105 del 2022, spetta per un periodo massimo di 3 mesi, che si aggiunge ai 5 mesi di tutela già previsti per la maternità classica, nella misura dell’80% della retribuzione giornaliera. L’indennità può essere richiesta a condizione che la lavoratrice operi con partita IVA e che sia iscritta alla gestione INPS di riferimento. Deve inoltre sussistere il requisito della regolarità contributiva. La domanda può essere effettuata tramite il sito web dell’INPS, contact center, o avvalendosi dei servizi offerti dai Patronati o dagli altri intermediari abilitati.
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Arrivano dall’INPS, con la circolare n. 32 del 2023, i chiarimenti, condivisi con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in merito alla possibilità, per i padri lavoratori dipendenti che si dimettono volontariamente, di accedere alla prestazione di disoccupazione NASpI dopo aver fruito del congedo di paternità fino al compimento di un anno di età del bambino. La previsione trae origine dal D.Lgs. n. 105 del 2022, in vigore dallo scorso 13 agosto 2022, e acquisisce dunque tale retroattiva decorrenza. Quali sono le tipologie di congedo ammesse alla tutela? Come funziona la procedura di convalida delle dimissioni?